venerdì 30 dicembre 2011

"Schiavi" di Davide Trapanese




" SCHIAVI"
 
So di essere in un sogno anche se ne sono schiavo
Non del sogno, ma di lui, che è il padrone del palazzo.
Quì di cuore c'è bisogno ma io devo fare il "bravo"
questo uomo è un animale; più feroce assai di un pazzo.
So di essere in un sogno ma non riesco a ribellarmi,
a quest'uomo vecchio e brutto che pretende il mio silenzio.
Sto tentando in tutti i modi di convincermi a calmarmi
ma la rabbia è assai più forte che sovrasta il mio buon senso.
Nel palazzo siamo in due a patire questo inferno
l'altro schiavo è una ragazza che subisce ancora altro...
Io vorrei tanto ammazzarla questa bestia senza senno
la ragazza piange e strilla, perchè il mostro, dei due lati;
vuole l'altro... Siamo dentro una cucina, lui sul tavolo non smette...
...Ora mi armo di un coltello perchè è impossibile guardare...
... sulla schiena come un Porco io gli toglierò la vita...
... perchè questo non è giusto... perchè questo non è Amore.





         

"Notte"...Nel vasto oceano della notte, sole, luna e terra si allineano, trasformando la forma della terra e scatenando l'impeto delle maree. Tale è la potenza della notte,

                                

Notte. Tu sei la madre di ogni cosa. Tu esistevi prima di tutto. Tu sei lo sfondo, la sostanza, le fondamenta dell'intero universo... Racchiudi un impenetrabile mistero, più cupo degli abissi marini, più oscuro del sonno più profondo. La tua fertilità è sconfinata, un territorio selvaggio e indomabile da cui scaturiscono originalità e forza, creatività, trasformazione e vita. Da te proviene il miracolo della nascita. E l'orrore della morte. Perciò ci consoli e atterrisci al contempo. Le stelle e i pianeti ornano il tuo manto come perle luminescenti che infili senza sforzo sulla tua corrente. La tua forza di attrazione è così potente da trasformare la rotondità primigenia della terra, da innalzare il livello dei mari e far vibrare le menti e i cuori di tutte le creature, confuse e stordite dalla tua potenza. Quando una stella o una nova esplodono si sprigiona un'energia straordinaria, di proporzioni tali che nè l'intelletto, nè gli strumenti dell'uomo potrebbero mai misurarla, nemmeno se le loro capacità venissero centuplicate. Eppure anche esplosioni simili si esauriscono, le loro fiamme si estinguono, crepitano e diventano fievoli carboni nella suprema distesa della notte. - Notte. Madre senza madre. Mistero e potenza, eterna dominatrice del Tempo.
                                         

venerdì 23 dicembre 2011

SMETTETE DI FUMARE!!! - Davide Trapanese


La sigaretta è un piccolo cilindro cartaceo contenente, in genere, foglie di tabacco tritate e lavorate. Non sempre o non solo avvolge il tabacco; può contenere altri prodotti vegetali, tra cui sostanze psicotrope come la cannabis, chiodi di garofano come l'indonesiano kretek ed altro ancora, come le sigarette tobacco-free, generalmente a base di mais, nonché diverse spezie ed erbe aromatiche come menta e cannella. Le sigarette possono essere arrotolate a mano o prodotte industrialmente. La sigaretta è un oggetto di consumo molto diffuso in alcune culture, nonostante i danni noti derivanti dall'assunzione diretta del fumo, o indiretta da parte di soggetti astanti e non fumatori. Il fumo di sigaretta è il metodo più comune di assunzione della nicotina, il componente psicoattivo del fumo. La sigaretta in uso in occidente è generalmente composta di foglie di tabacco essiccato e finemente tritato (trinciato) e di tabacco ricostituito, spesso mischiato con altri additivi, arrotolate o pressate in un cilindro di carta arrotolata di varie fogge, spesso di poco meno di 120 mm di lunghezza e 10 mm di diametro. Uno dei lati della sigaretta viene acceso e brucia lentamente senza fiamma permettendo di inalare il suo fumo dall'altro lato dove può essere posto un filtro, che il fumatore porta alla bocca. Talvolta le sigarette vengono fumate attraverso un bocchino. La sigaretta si differenzia dal sigaro per le sue dimensioni inferiori, per il diverso trattamento a cui sono sottoposte le foglie di tabacco che la compongono e per la carta di colore bianco che la avvolge. L'involucro dei sigari invece viene generalmente creato arrotolando foglie di tabacco intere. La nicotina, il principale componente attivo a livello neurologico della sigaretta, provoca una forte dipendenza nel soggetto che la consuma, stimolando il "sistema di ricompensa" del cervello. Il fumo di sigaretta è considerato causa di gravi danni alla salute e fattore favorente l'insorgere di patologie a carico dell'apparato respiratorio, dell'apparato cardio-vascolare, nonché lo sviluppo di tumori. Studi hanno dimostrato che l'assunzione di fumo attraverso la sigaretta è più pericolosa per l'organismo rispetto all'assunzione tramite pipa o sigaro, in quanto nell'atto del consumo la quantità inalata è superiore, e i prodotti di combustione della carta aggiungono ulteriori componenti tossici[1], anche se diversi tumori del cavo orale sono specifici delle ultime due modalità. Il consumo del fumo provocato dalle sigarette in maniera attiva o passiva provoca secondo alcune stime più di 440.000 morti ogni anno soltanto negli Stati Uniti.

                            

giovedì 22 dicembre 2011

IL TANTRA - " Evitiamo gli equivoci".



IL SESSO TANTRICO

Di libri sul tantra ne sono pieni gli scaffali di ogni libreria, per cui mi limiterò a darvi brevi cenni su cosa e' il sesso tantrico e su come sperimentare le tecniche di orgasmo rilassato : non prendetela solo come guida Michelin sulla sessualità alternativa, ma anche come modo di affrontare la vita (anche sessuale) serenamente :)
Il "tantra" nasce in india con un preciso significato filosofico e dottrinale e una valenza principalmente spirituale.
La dottrina tantrica infatti, insegna il metodo di liberazione dei vincoli sensoriali, e non una frenetica ricerca di sensazioni nuove ed eccitanti, e come tale va vissuta.nonostante oggi si parli di "tantra" in modo familiare, i riferimenti non sono quasi mai corretti.
Si tende ad indentificarlo come una panacea ai piu' diversi problemi sessuali, mentre dovrebbe essere visto come la via dell'amore, si, ma non intesa solo come rapporto erotico, bensi' come unione sentimentale, psichica e naturalmente sessuale tra uomo e donna.

Il sesso è solo l'inizio, non la fine.

Provate a chiedervi : quante volte faccio sesso in modo concitato, quasi competitivo? La risposta la conoscete da soli. Adattandoci a stili di vita frenetici e stressanti, ci abituiamo a vivere la sessualita' allo stesso modo: affannandoci, sudando, gemendo, urlando e soffocando il respiro allo scopo di conquistare il/la partner con la nostra bravura erotica e la nostra carica sessuale. Quello stato orgasmico che sempre ricerchiamo, ci risulta così molto più lontano di quanto realmente sia. Se cominciassimo a pensare che il sesso non è solo un piacevole modo di consumare calorie e di dimostrarci forti e bravi, riusciremmo a capire la vera essenza del tantra.

Rilassamento e respiro.

«Un giorno lei mi disse: Fai l'amore in modo competitivo. Io mi incazzai, lei era sempre più polemica verso di me. Alla fine non realizzai nessuna delle mie fantasie sessuali strane, il nostro rapporto esplose e io mi trovai solo, disperato e in preda a una eccitazione selvaggia che non riuscivo a sedare in nessun modo. Vedevo il sesso come un modo divertente di fare ginnastica, stavo lì a pensare ai movimenti giusti che dovevo fare per godere e farla godere, ma mi perdevo ogni divertimento.»
Se provate a ricordare l'ultima volta che avete fatto sesso, la vostra memoria si soffermerà per lo più su ricordi fisici e ambientali quali: luogo, posizione, calore, sudore, gemiti, penetrazione e movimenti; in piccola parte su sensazioni psichiche e sensoriali piacevoli. Questo perchè l'orgasmo che avete raggiunto, era sintonizzato su "onde corte" e non su "onde lunghe". Negli ultimi anni di ricerche sul cervello umano, si è scoperto che tanto più una persona è attiva e tesa, tanto più il cervello lavora su un ritmo di onde cerebrali corte e veloci.

In questo stato la capacità di percepire sensazioni piacevoli è bassa.

Il funzionamento del corpo è ridotto perché il cervello ha bisogno di molta energia per affrontare il difficile compito del pensare razionalmente. Pensare razionalmente durante l'atto sessuale è pratica comune ai nostri giorni. Sia gli uomini che le donne si trovano sommersi da paure e dubbi: "le piacerà?", "starà godendo?", "forse non sono abbastanza bella", "forse non sono abbastanza bravo", "dovrei cambiare posizione?" "forse dovrei succhiarglielo un po'". Tutti questi pensieri che ci affollano la mente inibiscono il naturale fluire del piacere, impedendoci di scorgere la vera carica erotica di una carezza, di un bacio o della penetrazione. In questo modo, l'energia vitale viene tolta al corpo per concentrarsi sui pensieri; che é poi lo stesso meccanismo che si instaura quando siamo stressati o ansiosi e digeriamo male: il cervello ha tolto energia allo stomaco che non può portare a termine una corretta digestione. Se proviamo a concentrarci sul rilassamento e sgombriamo la mente da dubbi inutili e controproducenti, il ritmo di "lavoro mentale" diviene più lento e le onde cerebrali si allungano. La dottrina tantrica insegna le tecniche di rilassamento e di "sgombero" da pensieri negativi e bloccanti, per giungere ad una più alta e profonda coscienza di sé, del nostro corpo e del nostro spirito.
Il tantra, invece che spingere a concentrare le energie su tecniche amatorie e penetrazioni contorsionistiche, ci insegna a non fare niente e non pensare a niente. Prova a fare sesso e a concentrarti su "niente" e ti renderai conto che non è così semplice.
Il punto è: mentre facciamo sesso, ci sono mille piccoli stimoli cerebrali e sensoriali che ci portano a pensare ad "altro", a partire dalla posizione fino ad arrivare all'orgasmo stesso; il sesso diviene una specie di gara, o di match con noi stessi.
Ma se proviamo a concentrarci sul niente, nè sull'orgasmo, nè sulla durata, nè sul piacere che stiamo portando al/la partner, l'unica cosa che sentiremo sarà noi stessi e il nostro respiro. Bene, ora che hai sgombro il pensiero e che siete l'uno dentro all'altra, respira profondamente.
Diventa tutt'uno col respiro e pensa solo a questo. Non fare sforzi, pensa che ti stai addormentando e ti concentri sulla respirazione in modo naturale.
Ti sembrerà noioso e stupido, ma è il primo passo per liberarsi da quella zavorra che ti impedisce di godere di un amplesso intenso e prolungato che culmina in un'emozione spirituale profonda, mai provata.

Nel tantra niente deve essere meccanico.

Quando facciamo l'amore siamo generalmente molto impegnati a farlo bene, la tecnica ha la sua importanza, specie per gli uomini che mettono molta attenzione nell'ascoltare il proprio piacere sessuale.
A volte è come se volessimo misurarlo, controllarlo,confrontarne la quantità e la qualità con il piacere provato altre volte, con altre persone.Ma questo meccanismo è controproducente ai fini del piacere stesso. Il sesso tantrico non si fa per mostrare la propria tecnica perché nel sesso non esiste una tecnica. Non si può misurare il piacere che si prova, perché non è un piacere che può essere più o meno forte, bensì un piacere totale: o c'è o non c'è. Se c'è, sei soddisfatto/a fino in fondo.
Difficile descriverlo, bisogna proprio provarlo. Ma attenzione! Non è una cosa mistica, ideale, mentale. Stiamo parlando di una reazione fisiologica, di un cambiamento fisico che avviene dentro il nostro corpo quando si fa l'amore in questo modo diverso.
Se due persone fanno l'amore in modo rilassato e rallentato, dopo 35 minuti circa avviene una reazione fisica che fa sì che le onde cerebrali dei due amanti si sintonizzano su un livello molto tranquillo e si passi dalle famigerate "onde corte" alle "onde lunghe". Fare l'amore per trentacinque minuti... E' più facile di quello che sembra, perchè non è necessario che il pene di lui sia eretto, è sufficiente che resti dentro, anche se è piccolino e anche se i movimenti non sono dei sonori e poderosi stantuffamenti che tolgono il respiro. Anzi! Il respiro deve essere sempre rilassato e profondo!

Ricorda:

  • Respiro corto e concitato = onde cerebrali corte.
  • Respiro profondo e rilassato = onde cerebrali lunghe.
Quando nel linguaggio comune si dice "sentire delle buone vibrazioni", essere "sulla stessa lunghezza d'onda" oppure "avere feeling"; ci si riferisce proprio a questo fenomeno di rilassatezza in cui ci sentiamo a nostro agio e non cerchiamo di mostrarci nè bravi, nè belli nè forti e che quindi non ci impone il raggiungimento di nessuna vittoria; non c'è gara con l'altro, e neppure con noi stessi: siamo perchè respiriamo. In termini pratici, quello che è necessario fare per acquisire una buona dimistichezza col sesso tantrico è provare, provare provare provare provare...
La prima volta, ritrovarsi per 35 minuti l'uno nell'altra, muovendosi appena, con movimenti lenti e impercettibili, simili a quelli di un bradipo, ci risulterà davvero assurdo e forse noioso.

Ma dopo le prime volte, superati quei 35 minuti in cui il nostro corpo e la nostra mente si adatterano a questa nuova dimensione di nulla, vi sarà uno sconvolgimento sensoriale e una percezione continua di piacere, come se il confine tra il proprio corpo e quello del/la partner non esistesse più. Ed è a questo punto che si inizia a godere in un modo completamente nuovo dello sfregamento tra i due sessi. Il contatto con la pelle acquisterà una nuova valenza, gli odori si amplificheranno, ci sembrerà quasi di percepire le minuscole particelle ormonali che si liberano nell'aria, ogni più piccolo movimento acquisterà una carica emotiva inaspettata, e tutte le sensazioni fisiche saranno moltiplicate.
Ogni contatto, ogni movimento, ogni carezzamento interno dà subito piacere, non come accade spesso quando si fa "su e giù" e non si sente quasi nulla e il piacere sta tutto nell'attesa dell'orgasmo. In questo stato mentale il piacere sessuale si intensifica, è forte ma non esplode nell'orgasmo...
Esplode dentro, in un piacere diffuso in tutto il corpo; un piacere fatto di brividi e calore che non è solo genitale e che ci lascia in uno stato di appagamento e soddisfazione totale, che passa in ogni centimetro di carne del suo e del tuo corpo.

Ricapitolando:

Sesso tantrico é un modo di concepire e attuare il sesso nella dottrina tantrica. Per metterlo in pratica serve:
  • profonda rilassatezza
  • sgombero del pensiero dalla volontà di godere e di far godere
  • calma e lentezza
  • apertura mentale verso se stessi e i propri sensi
  • nessuno stimolo esterno che possa attirare l'attenzione
  • lunghi respiri profondi

NON serve:

  • avercelo duro (e se ce lo avete duro, dopo 35 minuti di semi-immobilità diventerà molle ed bene così :))
  • sbattersi e affannarsi
  • mettersi in attesa dell'orgasmo
  • cambiare mille posizioni
  • urlare, gemere, ansimare..
Detto questo, se ne avete voglia provate ad immaginarlo come una danza. una leggera danza che viene dall'interno, che vi coinvolge senza che voi vi imponiate di ballare.
Se ci riuscite avete scoperto il tantra come lo scoprirono gli antichi indiani. Se non ci riuscite, vorrà dire che sarete costretti ad una vita di affanni per dimostrare che siete i migliori amanti del mondo, pur rimanendo col dubbio della potenza e della bellezza questo tanto declamato sesso tantrico.

                                                     

Perchè si dice... una persona coraggiosa << ha del fegato>>?


Secondo antiche credenze mediche, il fegato ( in alternativa o in associazione con il cuore) era la sede di sentimenti, emozioni e di tutte le pulsioni vitali, in quanto luogo deputato alla produzione del sangue. Leonardo Da Vinci lo riteneva responsabile del calore e della forza, tradizionalmente associati al coraggio: << Sì come il naturale calore isparso per le umane membra è ricacciato indirieto dal circunstante freddo, suo contrario e nemico, e ricorso nel lago del core e nel fegato lì si fortifica, facendo di questi sua fortezza e bastita>>. Ma anche chi insisteva sul fatto che il fegato produce piuttosto la bile, e distingueva il temperamento bilioso dal sanguigno, giungeva a conclusioni non dissimili: la bile, infatti, era ritenuta responsabile della collera, ma anche dello sdegno magnanimo e ardimentoso.  

                                     

 Davide Trapanese

lunedì 19 dicembre 2011

Marco Abbracci - Autore / Cantante...



se vuoi avere brani inediti con la massima qualità/prezzo puoi contattare in privato il profilo "Marco Abbracci" o chiama al numero Manager - 3277118271 ,ti sarà possibile scegliere quelli che fanno per te,dal genere più classico napoletano a quello più contemporaneo,e inoltre su richiesta pot...
 
 

  
Sta arrivando il nuovo album di Adriano Amalfi! all'interno troverete due brani scritti da me che portano come titolo "Accussi Decidette e Sotto 'e Lenzole" ma tutto il resto del disco è bellissimo!



SALVO CASALNUOVO;  Marco Abbracci.

Noi... - ( Poesia dedicata a mio Fratello) di Davide Trapanese







Io, che da tanti anni da te vivo lontano,
io, che come te amo cantare Napoletano...
...che come te sento dentro l'assenza di Palermo,
la nostra terra, il nostro diverso Inverno...
Tu, che sei per me il mio vero fratello,
tu, che come me ti manca tanto Mondello,
la Ballarò e le sue assurde "abbanniate",
u Pani chi panelli e le nostre tante cavolate.
Noi, che siamo figli della stessa madre,
noi, che siamo emigranti anche se non ci piace...
Noi, che non potrà mai dividerci Nessuno,
noi, che tra te e me esistono due cuori ma che,
in un certo senso io sento, siamo soltanto Uno; Noi...

TI VOGLIO UN MONDO DI BENE...


domenica 18 dicembre 2011

I tempi cancianu e nni cancianu... di Davide Trapanese



" Chi bella iurnata Vicè, chi nni rici si niscemu e niemu a fari na passiata a Marina?
" Sè Nonno. dammi sulu u tempu ca mi mettu i scarpi i tennis e arrivu..." Dopu n'anticchia, u Nonnu cu u niputi si mettinu a camminari manu e manuzza. Strata facennu Vice'ci rici o Nonno: " Talè Nonno chi bella Fiat uno, appena sugnu ranni e mi nsignu a guidare mi nn'accattu una, pero' io a vogghiu Turbo disel, accussì curri cchiu' fforti..." - u Nonnu: " Ti raccumannu, quannnu addiventi ranni un ti cunvinciri ca basta sà curriri ca macchina significa ca si un pilota ra Ferrari'!? A stari sempi accura a ccu camina mmenza a strada, specialmenti e picciriddi...u capisti'! - " Sè Nonno sta tranquillu e un ti proccupari". - Vice' e so' Nonno dopu na para i metri si fermanu nno gelataru e si pigghianu; Vicè un ghiacciolu e u Nonno na granita, paganu e ritornanu a caminari araciu araciu senza primura ncapu o marciaperi... Arrivati a Marina, u Nonnu si n'adduna ca Vicè avi piaciri i mittìrisi nna l'altalena. Accussì ccìa dumanna: " Vo iri nna l'altalena? - Vicè: " Sè Nonno, sulu un giru e poi ti giuru ca stai sulu cu ttia, Grazie. - " Un ti proccupari e v'addivertiti, però st'accura !". Dopu un quartu r'ura si vann'assettanu nto na panchina e Vicè, picciriddu svegliu u curiusu,taliannu i manu ru Nonnu chini ri caddi, ccìa dumanna: " Nonno, ma chi travagghiu facevi prima ca ti mannavanu npinsioni? " - " Eh o nonnu, io travagghiavu nfabbrica, a Fiat, chidda ri Termini Imerese, pi trentacincanni fuvu nne Pressi. Avìa un bilanceri rossu rossu c'aveva a fari girari pi ffari i pezza pi i macchini, e siddu i corpa cavìa a ddari unn'eranu abbastanza forti, pi mmia eranu camurrìe serie". - " Ma Nonno ci sunnu ancora ddì Pressi?"- " No, Vicè, pi furtuna i cosi canciaru, e ora ci sunnu Pressi automatichi e, un serbi cchiù usari a forza, basta sulu ca schiacci un buttuni..." - Mana a manu ca u nonnu eva cuntannu, Vicè arresta ncantatu e continua a farici domandi. - " Ma Nonno, a parti i Pressi, u sai si canciaru avutri cosi?" - " Sai, Vicè, na vota si faceva quasi tuttu chi i manu, poi quannu cuminciaru a serviri cchiù macchini pi i cristiani, s'attrizzaru pi accuntintalli. Tu dici, comu? Costruennu robott ca fannu u travagghiu ri reci vrazza; reci cristiani. Pensa ca na vota pi mpustari i tilara ri macchini, l'avèvamu ammuttari a una a una. Inveci ora ci sunnu i linee di montaggio e, l'operai unn 'annu cchiù bisognu i spustarli pi muntarici u volanti, i roti, u muturi, eccitira eccitira..." - " E' veru, nni stancavamu cchìossai ma pi colpa ri sti robott na pochi i patri i famigghia arristaru a casa picchì ormai un sirvevanu cchiù, mittennu i robott appostu ri cristiani..." - " Allura Nonno, pi cchistu tu ora un travagghi cchiu'?! - " No, Vicè, io ivu npinsioni pi l'eta'. Però un ti proccupari, un ponnu nvintari mai nuddu robott ca sapi fari u nonnu megghiu ri mia... ca ti porta a Marina, ca t'accatta u gelatu, ca  t'aspetta quannu nesci ra scola, ma soprattuttu ca sà fira a vuliriti beni comu ti nni vogghiu io..."       

Davide Trapanese            



DIFESA PERSONALE - Gabriele Ferrè


Icona di avviso
Il mio nome è Gabriele Ferrè, e quello vedete è uno promo dedicato a CONFLITTO DA STRADA. In sè, quello che viene racchiuso in questo termine non differisce di molto, nel concetto, da quello che si intende con Difesa Personale, ma vi sono alcune diversità piuttosto rilevanti. Per cominciare, non si può non convenire sul fatto che il termine "Difesa Personale", oggi come oggi, voglia dire tutto e niente. Sono sorti corsi con questo nome in ogni dove, con mille forme, attingendo a patrimoni e bagagli tecnici differentissimi, e spesso con impostazioni addirittura in contrasto a seconda di chi lo proponeva. In mezzo a questo calderone, chi, come il sottoscritto, ha cercato di seguire un percorso coerente che mirasse primariamente all'efficacia ed alla completezza, ha dovuto fare i conti con la dura constatazione che definirsi istruttori di Difesa Personale non chiariva nè definiva in alcun modo le competenze e la proposta di cui si era portatori.
Cercando, quindi, di coniare un termine maggiormente identificativo, sono approdato alla definizione di CONFLITTO DA STRADA. "Da strada", perchè nasce e si sviluppa da situazioni di aggressione reale, specificatamente in ambito urbano. Quanto al termine "Conflitto", esso è stato selezionato dopo lunga riflessione. Un termine come "rissa" suonava grezzo e poco tecnico, e parimenti se avessi usato "combattimento" sarebbe stato fraintendibile, e poteva apparire come un corso per streetfighters clandestini o invasati. "Conflitto", invece, non lascia adito a dubbi. E' un termine utilizzato sempre in chiave di scontro, e soprattutto indica una divergenza di intenti: arrecare danno - impedire di farlo. E' utilizzato sia in ambito psicologico che bellico, e questo ricalca bene il lavoro di introspezione da un lato, e di tecnica dall'altro, che i corsi cercano di sviluppare.
                                          

sabato 17 dicembre 2011

Sasà Trapanese - La biografia...


 
Nasce a Napoli. A 19 anni, senza aver frequentato mai scuole di recitazione, supera il provino per "Una casa di bambole" riduzione da Ibsen, per la regia di S. Condelli.
Gli anni ottanta lo vedono protagonista di un continuo e coerente percorso di ricerca prima negli allestimenti teatrali di S.Condelli - con cui realizza testi di Becket, Ibsen, Menandro - e poi con la cooperativa Attori Insieme realizzata da dieci giovani attori provenienti da diverse formazioni napoletane. Dopo "Lully abbandonata"di Metestasio,gioco d'improvvisazione teatrale su canovaccio settecentesco, con "Bassa Campania", testo scritto da Salvatore Piscicelli con la collaborazione di Carla Apuzzo, la coop.Attori insieme si segnala all'attenzione di pubblico e critica per la messinscena di un dramma meridionale molto diverso dai consueti clichè della tradizione. Il quinquennio 1983 - 87 vede Sasà trapanese impegnato in numerose produzioni insieme a nomi storici della generazione di registi ed attori dell'era post - Eduardo de Filippo.
Mario Santella, Enzo Moscato, Annibale Ruccello, Silvio Orlando, Geppy Glejeses,sono i compagni di avventura di spettacoli quali:"La Fantesca" (1982), "Vorticose Passioni"(1983), "Pasta Reggina"(1984). Nel 1988 lo straordinario incontro con Mario Carotenuto dà origine ad una nuova, importante collaborazione:Shakespeare "Falstaff e le allegre comari", Moliere "L'avaro", Goldoni "La Locandiera" sono gli autori di riferimento per le produzioni degli anni 1988 - 90.
Il 1991 e il 1992 sono un biennio magico per Sasa Trapanese:
viene scelto come protagonista del film "Enrico Caruso" prodotto da Rai Uno e da P.C.M. Australia
• inizia l'avventura di "Novecento Napoletano"
• interpreta al Sancarluccio di Napoli "Marammè", monologo tragicomico pensato e scritto per lui da Rosario Salvati. Televisione, canzone classica napoletana, teatro d'elite e d'autore: la versatilità espressiva di Sasà Trapanese si espande a trecentosessanta gradi raccogliendo ovunque successo di pubblico e critica. "Novecento Napoletano", grandioso viaggio attraverso la canzone e la cultura partenopea per la regia di Bruno Garofalo, lo impegna dal 1992 al 1996, con repliche in tutto il mondo. Dal 1988 Sasà Trapanese si dedica in maniera costante anche alla regia con la compagnia Artisti all'asta. Gli anni di "Novecento Napoletano" gli hanno aperto uno squarcio su una tradizione e una cultura che gli appare sempre di più come una fonte inesauribile d'ispirazione:Petito,Gill, Gambardella, Viviani, Bovio, Tagliaferri e tanti altri gli autori di riferimento per questo periodo in cui, peraltro, affianca sempre di più l'attività di conduttore a quella di attore. E chi l'ha visto nei suoi recital sa che le due figure s'intersecano e si nutrono l'una dell'altra:è questa l'ennesima trasformazione di un artista che come pochi altri sulla scena è capace di trasformarsi, come giustamente sottolinea Francesca Nardi" in uno, due, mille attori".

                                                                                                     

giovedì 15 dicembre 2011

Quando guardo... Poesia dedicata alla Mamma - di Giusy Ferrante




  Giusy Ferrante
                              

Quando all'alba vedo nascere il sole                                          

penso a te mamma che mi hai donato la luce

Quando il sole mi brucia la pelle

penso a te per il calore che mi hai donato.

Quando guardo un fiore e sfioro i suoi petali

... penso a te per il profumo di vita che mi donasti.

Quando guardo la luna piena

penso a te mamma per le dolci carezze che mi hai dato.

Quando guardo un albero

penso a te per la forza che mi hai donato.

Qualsiasi cosa guardi…

il sorriso di un bambino

una rondine in volo

un prato fiorito

la verde acqua del mare

un arcobaleno

una stella nel cielo

penso a te mamma per offrirti tutto ciò che vedo

quello che ho lo devo a te mamma…

Fa si che io possa offrirti la vita

quella che tu mi donasti con tanto amore…

Fa sì che il sole non tramonti mai

per vedere negli altri la tua immagine d’amore.

Non importa con quali abiti e con quali colori le porgi una rosa,

ogni mamma vorrebbe vedere impresso il segno dell’amore

che ha seminato in quella vita donata alla terra,

vorrebbe spiare nel cuore per vedere

se ancora vi sono impressi i segni delle carezze donate,

delle sofferenze patite

ma sopratutto se ha germogliato

l’amore seminato nell’animo

se vi sono ancora i segni

tra le sue braccia.

Strani giorni - Jim Morrison " Doors"







I giorni strani ci hanno scovato,
stanno andando a distruggere le nostre gioie casuali.
Noi dovremmo andare a giocare o a cercare una nuova città.

Gli strani occhi riempiono le strane camere,
... le voci segneranno la loro stanca fine,
l'hostess sta sorridendo
i suoi clienti dormono a causa di un peccato,
mi senti parlare di un peccato
e tu sai che questo lo è.

I giorni strani ci hanno trovato
e durante le loro strane ore
noi tiriamo avanti da soli
i corpi confusi
le memorie maltrattate
come noi corriamo dal giorno
verso una strana notte di pietra.


mercoledì 14 dicembre 2011

L'albero degli Amici - Davide Trapanese



Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici  per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino. Alcuni percorrono la loro strada al nostro fianco, vedendo molte lune passare, altri, li vediamo appena, tra un passo e l'altro. Tutti li chiamiamo amici ma ce ne sono di molti tipi.
Talvolta ogni foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici. Le prime foglie sono il nostro amico Papà e la nostra amica Mamma, che ci mostrano cos'è la vita. Dopo vengono gli amici Fratelli, con i quali condividiamo il nostro spazio affinchè possano fiorire come noi. Conosciamo tutta la famiglia delle foglie che rispettiamo ed a cui auguriamo ogni bene.Il destino però, presto ci porta altri amici che non sapevamo avrebbero incrociato mai la nostra strada. Molti di loro li chiamiamo amici dell'anima, del cuore. Sono sinceri, sono veri. Sanno quando non stiamo bene, sanno cosa ci rende felici. Alle volte uno di questi amici dell'anima si installa nel nostro cuore ed allora lo chiamiamo " Innamorato" o fidanzato/a. - Egli dà luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra, salti ai nostri piedi. Ci sono, però, anche quegli amici di passaggio, talvolta conosciuti in vacanza, per un giorno, per un mese o per un'ora.  Essi collocano un sincero sorriso sul nostro viso per tutto il tempo che stiamo con loro. Non possiamo dimenticare gli amici distanti, quelli che stanno sulle punte dei rami e che, quando il vento soffia appaiono sempre tra una foglia e l'altra.
Poi il tempo passa, l'estate se ne va, l'autunno si avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono l'estate dopo ed altre permangono per molte altre stagioni. Quello che però ci lascia felici è che le foglie già cadute continuano a vivere con noi, alimentando sempre le nostre radici. Sono i ricordi di quei momenti meravigliosi rimasti indelebili nel nostro cuore. Vi auguro, foglie del mio albero, pace amore fortuna e serenità... oggi e sempre... semplicemente perchè ogni persona che entra nella nostra vita è Unica. Sempre lascia a noi un po' di sè e prende un poco di noi. Ci saranno certamente quelli che prenderanno molto, ma non ci sara' mai chi non ti lascerà niente.  QUESTA E' LA MAGGIOR RESPONSABILITA' DELLA NOSTRA VITA E, LA PROVA EVIDENTE CHE DUE O PIU'ANIME NON SI INCROCIANO MAI PER CASO.

                    


             Davide Trapanese

martedì 13 dicembre 2011

Dimenticare - Gennarino - Tradotto dall'autore del Blog

              
                               



Ho scoperto, dopo alcune accurate ricerche, che il noto brano " Dimenticare " ( almeno agli italiani, e ai meridionali in particolare ), non è stato scritto da Benigno. L'autore di questo testo è un cantante neomelodico palermitano, di media notorietà; Gennarino... venuto a mancare ai suoi cari e ai tanti fans, circa 15 anni fa per overdose... E'stato lui a scriverla e a cantarla per la prima volta in pubblico, molto prima del film Ragazzi Fuori...




                                                                 

Giorni lunghi, quasi infiniti, chiusi dentro una cella
Speranze, voglia di cambiare... si apriranno quelle porte
un dì: Volare. - L'ho provato anch'io. Io uno di loro.
Come loro dentro una di quelle tristi stanze, strette , buie...
tempo fa. - Compagni di sventura, canzoni stonate,
provare a non pensare, c'è ancora tempo prima che arrivi
il Tempo, quello di uscire.

Dentro quella cella non voglio piu' tornarci... sperando di rimediare,
recuperando il tempo perso. - Lasciare stare a chi ancora non ha capito
o non vuol capire, a chi ancora continua con le vecchie e sbagliate convinzioni.
Voglio soltanto lavorare e migliorare.- Cerco qualcuno che mi possa aiutare a non
deviare più... per non perdermi... - Grande forza, prezioso coraggio, difficile
da trovare è ... DIMENTICARE.

Finalmente adesso mi trovo fuori ed è magica la Libertà... la vita.
Con il cuore però, penso ai miei compagni rimasti dentro...
Prego ogni notte Dio, che voglia lui aiutarli, ad avere quel pò di forza
in più che li sostenga... per non mollare...

Dentro quella cella non vogliono più stare. Sperano di rimediare,
recuperando il tempo perso. - Anche loro hanno capito che è molto meglio
abbandonare le vecchie e cattive convinzioni... vogliono lavorare e migliorare...
Cercano qualcuno che li possa aiutare perche' non vogliono piu' sbagliare.
Anche se, pure per loro, quando saranno fuori, sarà difficile DIMENTICARE.


Davide Trapanese
                               



PASSI LENTI... di Davide Trapanese







Tante e troppe seghe macinavano la mente
senza masturbarmi con le mani il basso ventre
Tanti e troppi sogni si ciucciavano il cervello
e adesso mi ritrovo - mentre piove - senza ombrello...
Quando ero ragazzino mi piaceva assai cantare
e scrivendo canzoncine - io sognavo di sfondare...
di sfondare il grosso Muro che delimitava il sogno
da una vita che volevo - e potevo starci un giorno...
e volevo anche studiare; un volere diventare
un soggetto da imitare - un volere dimostrare che
ogni uomo può cambiare ...ma quel Muro è ancora eretto
e la forza mia è più fiacca - sono un'uomo di 30 anni ormai
senza "Oro" nella sacca...




            ORAMAI NON CORRO PIU'
            I MIEI PASSI SONO LENTI
            I MIEI GUAI LI MANDO GIU'
            MACINANDOLI TRA I DENTI
           ALLE MIE NUVOLE NEL BLU
           HO GIA' FATTO I COMPLIMENTI...






Tanti e troppi anni son passati da quei giorni
ero solo un ragazzino che giocava con i "Forni"...
pero' il pane si è bruciato per assenza di prudenza
o per colpa di qualcosa che ha represso la mia Essenza
Palermo quì non c'entra e la Mafia non ha colpa
il coraggio è una virtù - come il seme senza polpa...
Tante e troppe volte ho sputato verso il cielo
non pensando che a star sotto - se non schivi -
basta un pelo...Basta un pelo di una figa
o una Polvere di Stelle a lasciarti fulminato
o a schifare la tua pelle...




                ORAMAI NON CORRO PIU'
                I MIEI PASSI SONO LENTI
                COME ME CERCA ANCHE TU
                DI DOMARE I SENTIMENTI
                SOLO PER NON CADERE GIU'
                DENTRO UN FIUME DI ESCREMENTI...




Tante e troppe cose ho lasciato consumare
come i ceri in una Chiesa - dove il Buono va a pregare...
a pregare il buon Gesù e la Mamma dei viventi
supplicando un gran perdono o a sedare i patimenti
Tanti e troppi posti sono stati le mie case - o il rifugio
di una notte dove il tempo è solo Fase...
Tante fasi da passare come il sogno che è la Vita
dove tutto avrà il suo senso - quando poi sara' finita.




                 ORAMAI NON CORRO PIU'
                 LASCIO AL TEMPO I SUOI TORMENTI
                 COME ME PROVA ANCHE TU
                 CAMMINANDO A PASSI LENTI....
                 NON C'E' BUIO OLTRE QUEL BLU
                 ACCETTANDONE GLI EVENTI...




Non c'è buio oltre quel blu - accettandone gli eventi
ma ci vuole tanta forza e un coraggio da perdenti...
Un distacco progressivo - fuori tutto - però VIVO...
... dentro l'Anima Maestra dove nulla è un obiettivo
Niente aspettative assurde di castelli di farina
che promettono ogni giorno i Pusher di cocaina...
Cerca pace senza inganni - per non perdere i tuoi anni
ciò che resta del tuo Amore e il colore dei tuoi giorni.


            ORAMAI NON CORRO PIU'
             VADO AVANTI A PASSI LENTI...
             ...........   ........... ............



                     

venerdì 9 dicembre 2011

Il Natale...una festa che giunge da molto lontano - Davide Trapanese


E' curioso e al tempo stesso magicamente attraente che il Natale, 
la festa piu'sentita dei cattolici cristiani, sia in realta un cocktail di
simboli di antiche religioni e tradizioni che nulla hanno a che vedere
con la natività di Gesù Bambino, a iniziare dall'albero di Natale, che
è il discendente dell'emblema che i Celti avevano scelto per onorare e
festeggiare il loro Yule, la festa degli alberi che cadeva nel solstizio d'inverno 
( 21 dicembre). Per moltissimo tempo la  rappresentazione dell'albero di Natale
rimase tipica delle regioni nord-europee finchè gli Austriaci, a inizio del diciannovesimo
secolo, la adottarono per poi inserirla al resto dell'Europa cattolica cristiana.
La tradizioni dei regali natalizi è invece legata a Babbo Natale, ossia San Nicola,
già vescovo di Myra, località sulla costa turca dell'Egeo, esortò tutti gli altri
parroci della sua diocesi a diffondere il cristianesimo anche per quei bambini
che non avevano la possibilità o la volontà di recarsi in chiesa.
Così li invitò ad andare direttamente dai bambini portando loro un regalo e a
cogliere l'occasione per spiegare chi fosse Gesù.
I parroci, portando con loro un sacco pieno di regali, raggiungevano i bambini
mediante alcune slitte trainate da cani. Prima della conversione al Cristianesimo ,
il folklore tedesco narrava che il dio Odino (Wodan) ogni anno tenesse una grande
battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale di Yule, lo stesso che abbiamo
visto dei Celti, accompagnato dagli altri dei e da guerrieri caduti in battaglia.
La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi dei loro caminetti,
riempendoli di carote, paglia e zucchero per sfamare il cavallo volante del dio.
In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali e dolciumi.
Questa pratica è sopravvisuta in Belgio e in Olanda anche in epoca cristiana,
associata alla figura di San Nicola. Anche il presepe ha origini precristiane.
Creato da San Francesco, che nel 1223 realizzò la prima rappresentazione vivente
della Natività. Ben presto questo tipo di simbolismo fu ampiamente recepito a tutti
i livelli, sopratutto all'interno delle famiglie, per le quali la rappresentazione della nascita
di Gesù diventò un vero e proprio rito. Uno dei piu' antichi, tuttora esistenti, è il
presepe monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene allestito
ogni anno per Natale. Nel diciottesimo secolo, addirittura, a Napoli, si scatenò una vera
e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso,
ricoprendo le statue di capi finissimi di tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici.
Con i secoli seguenti il presepe si è evoluto, resistendo fino ai giorni nostri.
Non importa che in casa preferiate addobbare l'albero o fare il presepe;
I MIEI AUGURI DI BUON NATALE ARRIVERANNO COMUNQUE
PER TUTTI QUANTI VOI!    

Davide Trapanese