" Si ritirò in se stesso, prima scrisse per uno solo, poi per migliaia. Diede corpo ai fantasmi, dolori e gioie, incarnandoli in meravigliose storie di carta e d'inchiostro..."
Una volta un autore dichiarò: << Posso sbarazzarmi di qualunque cosa scrivendone>>. Intendeva dire che il processo espressivo poteva liberarlo dal dolore compresso in fondo all'anima.
Una presa di coscienza che produceva un'interessante bipartizione: liberarsi, o restare attaccato a gioie e tormenti tacendoli. Gli scrittori scrivono perchè devono: hanno bisogno di esprimere ciò che è profondamente sepolto dentro di loro. Sentono voci che nessuno ode, E ascoltano intensamente, per poi comunicarne il messaggio ai loro simili. Noi percepiamo il Supremo Principio allo stesso modo degli scrittori che percepiscono ciò che è unico. Nell'ascolto di voci misteriose e divine e nell'espressione della meraviglia che esse generano, troviamo una magica affinità con la perfezione suprema del Puro Principio.
Davide Trapanese
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