lunedì 23 gennaio 2012

La guerra...


"Le armi sono strumenti di cattivo auspicio forgiate
da un qualunque ignorante.
Se ricorrere ad esse
diventa quasi inevitabile, l'uomo saggio cerca
 di agire con misura.
 Il dolore più grande è trasformarsi in veterani della morte e
assistenti delle atrocità dell'uomo."

Se prendiamo in mano un'arma, sia essa un coltello o una pistola, ne percepiamo intensamente la natura. E lei è lì a pregarci di essere usata. Uno strumento spaventoso, il cui unico scopo è la morte e la cui forza non dipende solo dal materiale di cui è fatto, ma anche, o forse principalmente, dalle intenzioni di chi lo ha costruito. E' triste dover ricorrere alle armi, ma a volte si tratta di una questione di sopravvivenza. Per l'uomo saggio, le armi sono l'ultima spiaggia: egli non si compiacerà mai di saperle usare, nè esalterà la guerra... Quando la morte, il dolore e la distruzione colpiscono ciò che abbiamo di più sacro, il prezzo da pagare dentro di noi è altissimo. Ma la cosa che maggiormente ci addolora è assistere alla sofferenza degli altri. Il rimorso provocato dalla visione delle atrocità che l'uomo commette e dalla nostra impotenza ad aiutare le vittime non ci abbandona più. Se andiamo personalmente in guerra, siamo noi stessi ad oltrepassare il limite: nella furia del combattimento, per sopravvivere, sacrifichiamo i nostri ideali, e questo ci cambia per sempre. Ecco perchè nessuno ci tiene a trasformare se stesso in un veterano della morte. Riflettiamo bene, prima di andare incontro a un cambiamento irreversibile: ad essere in gioco non è solo la nostra vita, ma la nostra stessa umanità...

                                         

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