La magia non funziona in questo posto. La poesia ha perso ritmo e rime, il cibo familiare è oggetto di curiosità, e sguardi ostili sostituiscono gli affetti.
Essere emigrante significa esser Solo fra milioni di persone.
Gli emigranti partono per svariate ragioni, ma in generale si tratta sempre della ricerca di prospettive di vita migliori. Per questa ragione essi affrontano i rischi legati all'incertezza, allo sfruttamento, alla discriminazione, all'ostilità, alla povertà e a volte persino alla separazione dai propri cari. Chi riesce a sopravvivere a tutto ciò sviluppa una forza e una determinazione interiori che lo sosterranno sempre nei momenti di maggiore sofferenza. Conservare la propria spiritualità è un problema come un altro. Eccezzion fatta per i livelli più elevati, la spiritualità ha sempre un contesto culturale ben definito. ( Esiste una spiritualità che trae forza dalla terra, dalla cultura e dal tempo: per questo quasi tutte le forme di magia non funzionano lontane dal loro luogo d'origine; esiste poi la spiritualità che ognuno porta dentro di sè, e un altra ancora, più rara, che trascende qualsiasi tempo e luogo.) Gli emigranti cercano di conservare le proprie credenze originarie o di adattarsi a quelle del paese o della città ospitante. La prima è un impresa alquanto ardua: la nuova cultura è incompatibile con quella che hanno lasciato, e sosterrà la loro spiritualità solo a patto che si tratti di una cultura, nel complesso, già ben affermata. Nel secondo caso, gli emigranti devono accostarsi ad un sistema completamente nuovo. Comunque sia, devono far fronte a un conflitto fra due culture, sino a raggiungere un livello spirituale in cui i riferimenti culturali, gradualmente perdono ogni significato.
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